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Dopo aver fatto campagna elettorale al grido di “mandiamo tutti a casa”, con il solo risultato fino ad ora di mandare a casa parte dei suoi stessi eletti, ora Grillo passa al più classico “contrordine compagni”: è di oggi la notizia che Beppe e Casaleggio avrebbero sottoscritto l’appello di Zagrebelski contro la riforma costituzionale che abolirebbe il Senato come entità legislativa, con il conseguente superamento del tanto vituperato (giustamente) bicameralismo perfetto. Insomma, la prima volta che si riuscirebbe finalmente a “mandare a casa”, se non tutti, almeno un terzo dei parlamentari (e per sempre), i due Deus ex machina del Movimento 5 Stelle si mettono di traverso.

Ora, la motivazione di Grillo è che la riforma porterebbe a “creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali“… che lo dica proprio lui suona talmente ridicolo da credere che si tratti di una delle sue battute da spettacolo comico. Nessuno più di lui, infatti, nemmeno Berlusconi, ha mai esercitato un potere tanto autoritario sul proprio partito (a parte forse il Bossi degli anni ’90), e nessun altro politico ha mai rifiutato a priori qualunque tipo di accordo con il resto dell’arco costituzionale.

Che agiti lo spauracchio del “sistema autoritario” uno che punta al 51% dei voti per poter governare da solo, uno che si picca di “non essere democratico” (dimostrandolo ampiamente con i fatti) e che rifiuta qualunque compromesso o negoziato, espellendo chi lo critica per non aver voluto nemmeno parlare con Renzi, è quantomeno paradossale.

La riforma concordata tra Renzi e Berlusconi non sarà un granchè, ma almeno si farebbe un primo passo fuori dai bizantinismi.